Il Coronavirus in pedagogia

Il Virus COVID19 dal punto di vista pedagogico. Come guidarvi pedagogicamente in questo momento difficile? Cosa fare a casa? cosa fare in famiglia? come sfruttarlo in positivo?

NON è un VIDEO MEDICO! mi limito solo a dare consigli pedagogici per famiglie, figli, professionisti e chiunque ne abbia bisogno.

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Recensione: Un giorno questo dolore ti sarà utile

Recensione del libro e del film Detachment ( il distacco)

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5 libri pedagogici da leggere assolutamente!!

5 libri da leggere assolutamente! sono libri consigliati per tutti non solo per chi lavora all’interno dei servizi ma anche per chi è semplicemente curioso. Ascolta il podcast oppure guarda il video su YouTube!

Coma lavora l’educatore con l’anziano?

L’anziano soggetto del futuro ma anche del presente in quanto con l’allugamento della vita tale categoria sarà in costante aumento. E’ necessario implementare risorse, servizi, professionisti, terzo settore, associazioni ecc. mobilitare l’intero impianto del welfare state per prepararci a tale trasformazione sociale. L’anziano deve essere protetto, salvaguardato, sostenuto, curato in tutti i sensi non solo dal punto di vista sanitario.

Ovviamente con questo breve post non voglio nascondere la mia preoccupazione sulla diminuzione demografica a livello di nascite.

Buon ascolto!

Maria Sara IGP

L’approccio fenomenologico applicato alla pedagogia

La vita si comprende con la vita. Sembra un paradosso ma è così. Per vivere è necessario vivere, rischiando, mettendoci alla prova e sbagliando. Provando quindi emozioni e sentimenti che permettono, tramite la scelta, l’assunzione delle proprie responsabilità.

Husserl definisce la fenomenologia come una postura esistenziale la quale permette di vedere la realtà, come appaiono i fenomeni. Il tutto è questione di sguardi.

In psicologia Goleman parla di intelligenza emotiva e Greenspan di intelligenza del cuore,  prova del fatto che le emozioni, i sentimenti e gli affetti sono parte integrante della psiche di una persona o meglio delle persone.

In questo senso si parla della cura e della cura del senso attraverso alcuni punti essenziali:

  1. Lasciarsi interpellare dalle emozioni e dai sentimenti
  2. La capacità di nominare i sentimenti e le emozioni
  3. Comprendere i sentimenti interrogandoci su ciò che proviamo
  4. Accettare ciò che proviamo senza rinunciare
  5. Essere in continua formazione- aggiornamento
  6. Condividere le emozioni con gli altri non in solitudine
  7. Cercare di creare alcuni spazi
  8. Scrivere le emozioni – i sentimenti che proviamo
  9. La fase della scelta della presa di coscienza mediante la responsabilità – autodeterminazione

Queste sono le fasi che dobbiamo seguire per accettare, vivere ma sopratutto affrontare riconoscendo ciò che proviamo.

L’approccio fenomenologia guarda il mondo con occhi spalancati, sempre aperti e vede l’uomo nella sua dignità, nella sua persona, con le sue caratteristiche e con la sua unicità.

E’ NECESSARIO EVITARE TROPPA EMPATIA che trascura! Non mettersi nei panni dell’altro totalmente, appieno, fino ad annientarsi.

Bisogna far parlare i sentimenti e non parlare di sentimenti.

Nel nostro lavoro educativo e pedagogico spesso trascuriamo-evitiamo di provare emozioni, indossiamo una maschera, li evitiamo o peggio ancora ignoriamo i sentimenti.

Nel lavoro di equipe occorre invece elaborare i sentimenti, le emozioni e discutere di questo. In sostanza è importante una seria elaborazione.

Questo lavoro risulta essere cruciale per evitare il fenomeno del burn out o per evitare che si usino le nuove tecnologie ( es. messaggio whatsapp) per inviare un messaggio importante.

Bisogna superare l’abitudine (abito-abitare) che Heidegger identifica come stare appresso le situazioni, trattenersi, che differisce profondamente dalla fuga.

E’ necessario aver cura, relazionarsi con l’altro senza pregiudizi, stereotipi, etichettature, che non permettono una ricerca di senso vera e propria.

E’ necessario nella relazione con l’utente-educando porsi se stessi, essere se stessi, per poi trovare insieme in quale direzione, quale via prendere.

Solo seguendo questo processo si ricerca il senso, si comprende la vita, si affronta al meglio il lavoro educativo con l’utente ma sopratutto il soggetto stesso migliora e in alcune circostanze, scopre qualcosa di nuovo di se stesso.

Concludo dicendo che solo ricercando e comprendendo le proprie emozioni l’uomo può affrontare la vita, ma soprattutto comprendere chi è.

 

Maria Sara

Il Giardino Della Pedagogia

 

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