Le storie del Maestro Mauro

Le storie del Maestro Mauro, sono storie molto interessanti, utili e molto educative. Sono rivolte a bambini delle scuole elementari anche se io essendo adulta le ho apprezzate moltissimo. I temi trattati scorrendo le pagine del volume sono differenti dai temi ambientali ai temi più scientifici fino a temi più moderni per esempio un racconto legato al mondo della musica rapper.

Interessanti sono le scoperte dei diversi personaggi coinvolti. Inoltre tali storie permettono al bambino di migliorarsi in determinati comportamenti, atteggiamenti e relazioni con l’adulto.

Nella lettura di queste storie e in quelle più in generale la relazione tra l’adulto e il bambino diventa più prossima e di confronto importante nell’infanzia. Leggendo questi racconti su le più differenti tematiche permettono di accrescere la consapevolezza del bambino, la discriminazione e il riconoscimento di un eventuale errore o sbaglio.

Le storie possono essere educative e possono far cambiare il bambino ma anche l’adulto attivando un meccanismo di empowerment per certi versi. I bambini essendo più flessibili e aperti al cambiamento permettono in un certo senso anche all’adulto di mutare.

Oltre alla consapevolezza le storie riflettono anche sulla responsabilità e sulla capacità di autodeterminarsi per diventare l’adulto di domani, il futuro dipende da noi dalla cura non solo dell’ambiente ma anche degli altri nonché di noi stessi. Anche l’empowerment viene toccato nei racconti le potenzialità che emergono nei protagonisti delle favole sono affascinanti e importanti sopratutto nella nostra società individualistica.

La reciprocità, il capitale sociale e la collaborazione sono gli altri elementi da sottolineare e che si ripercorrono nel volume. Analizzandolo infatti è solo mediante la fiducia, la collaborazione e la buona pratica quindi il buon fine o il risultato positivo di cambiamento permette il miglioramento e di conseguenza il rispetto di tutti.

Nell’epoca delle differenze sociali e dell’aumentare delle discriminazioni queste storie possono far riflettere dal mio punto di vista l’adulto e non il bambino il quale sappiamo essere aperto.

Concludo consigliando a tutti la lettura di questi racconti e storie di Mauro Gelo, insegnante di scuola primaria non solo ai genitori ma anche ad educatori, pedagogisti e professionisti dei servizi sociali i quali lavorano con minori o famiglie.

Per Maggiori informazioni:

Le storie del maestro Mauro Gelo

Grazie per aver letto l’articolo. Ti chiedo un ultimo favore iscriviti alla newsletter educata. Aggiornamenti periodo e non spam. 😉

5 libri pedagogici da leggere assolutamente!!

5 libri da leggere assolutamente! sono libri consigliati per tutti non solo per chi lavora all’interno dei servizi ma anche per chi è semplicemente curioso. Ascolta il podcast oppure guarda il video su YouTube!

La libera professione come Pedagogista: il mio progetto

Il mio progetto professionale di libera professione come pedagogista l’ho sempre voluta fare. In qualche modo da quando ho iniziato gli studi prima alla triennale e successivamente alla laurea magistrale avevo intenzione di intraprendere la via imprenditoriale. Dopo la laurea triennale ho avviato il mio blog Prontoeducatore e da qualche anno ho cambiato nome ne “Il giardino della pedagogia” per esprimere il carattere più pedagogico del blog. L’idea è quella di trasformare questo blog a livello professionale, avviando anche consulenze online, corsi* e video formativi. Inoltre non trascurando la realtà vorrei attuare alcuni progetti* contro il bullismo, cyberbullismo, dipendenze ecc. nelle scuole, servizi e aziende.

Infine sempre nell’ambito territoriale vorrei avviare consulenze con le famiglie, servizi e aziende per diffondere la pratica educativa e la cultura del prendersi cura della famiglia quindi il rapporto famiglia- lavoro per incrementarlo in tal senso.

Per maggiori informazioni guarda il video su YouTube qui sotto oppure su IGTV.

CONTATTAMI PER UNA CONSULENZA ONLINE! €50 (TRAMITE SKYPE)

LA PRIMA CONSULENZA E’ GRATUITA!

*i corsi e i progetti saranno avviati prossimamente

Grazie mille e a presto!

Maria Sara

Arancia Meccanica: La Pedagogia

La delinquenza giovanile e minorile è un problema persistente nella nostra società di massa. Alcuni pensano che tale atteggiamento derivi dalle mode del momento ad esempio in alcuni tipi di musica oppure in alcuni protagonisti dello spettacolo altri ancora pensano che derivi da problematiche familiari o dal contesto sociale del soggetto che lo modifica portandolo a delinquere o comunque a compiere comportamenti anomici.

Trasgredire le regole e compiere atteggiamenti “sopra le righe” è tipico del periodo adolescenziale ma, non solo, anche nell’infanzia in particolare nei primi anni di vita del bambino, sia con i genitori sia all’interno dei servizi specifici.

E’ proprio di recente sulla scia di questo argomento che ho visto “Arancia Meccanica” di  Stanley Kubrick, film degli anni ’70 e sto leggendo l’omonimo libro.

Durante la visione mi sono venuti in mente alcuni spunti e considerazioni pedagogiche.

Il protagonista è Alex, ragazzo minorenne dall’animo irrequieto. Fonda una banda criminale che attua comportamenti aggressivi, violenti, anomici e fortemente contrari alle norme sociali, all’interno di abitazioni. Le vittime vengono violentate e abusate se di sesso femminile.

Durante una rapina all’interno di una abitazione Alex viene catturato dalla polizia ma senza il resto della banda. Alex viene rinchiuso in prigione per il recupero.

Successivamente viene trasferito e inserito in un programma sperimentale “Ludovico” nel quale il protagonista durante la visione di alcuni film violenti e con la somministrazione di gocce ed elettrosciok viene “curato e recuperato”. Il tutto però non servirà in via ultimativa.

Inizialmente la terapia sembrava recare un reale cambiamento da parte di Alex che, davanti a comportamenti aggressivi, persecutori e anomici sulle persone provocavano in lui nausea, vomito e un impedimento ad azioni violente.

Nel corso della storia tutto gli si ritorce contro in quanto il gruppo di ragazzi appartenenti alla sua banda si vendicano di lui, comprese le persone alle quali il protagonista ha perpetrato comportamenti contrari alle norme sociali.

Nel libro il linguaggio, i comportamenti e gli atteggiamento sono molto più marcati e violenti sia da parte del protagonista Alex sia della banda criminale.

Concludo con alcuni spunti pedagogici che sono emersi nella visione del film e della lettura del libro. Non solo il passato sembra essersi palesato nel mondo di arancia meccanica dal punto di vista del recupero e della rieducazione del capo banda, ma anche i pregiudizi e la scarsa capacità genitoriale dei familiari di Alex, i quali influenzati dai media e dalla gente comune hanno contribuito alla emarginazione del loro figlio.

Solamente alla fine del film si rendono conto dell’errore.

L’incapacità nella gestione del figlio ha portato il protagonista a compiere atti criminali e ha fondare il suo gruppo. Tale tratto della personalità rimarrà in modo indelebile e permanente perché sappiamo che l’unica maniera per poter rieducare coloro che hanno commesso reati è il sistema rieducativo di Beccaria.

L’incapacità a compiere la funzione genitoriale, la stigmatizzazione, gli stereotipi e la mancanza di cura e di comprensione reale del soggetto, o dei soggetti criminali, porta anche al giorno d’oggi allo stesso epilogo di Arancia Meccanica.

Il Giardino Della Pedagogia

Maria Sara

Lo scarabocchio infantile: la prima forma d’arte del bambino


di Barbara Castellano, collaboratrice del blog.

Lo scarabocchio è la prima forma d’arte che il bambino attua quando diventa abile nei movimenti con la mano ed è la chiave di accesso privilegiata al suo mondo interiore. 

Lui incomincia a disegnare intorno al dodicesimo mese e lo vive come un gioco qualsiasi che può svolgere nel corso di diverse situazioni ludiche.  

Tutti i bambini amano disegnare in momenti precisi della giornata ed apprendono che questa è un’attività divertente e può essere svolta o in compagnia o da soli. 

L’avvicinamento al foglio avviene intorno al primo anno di vita, quando il fanciullo inizia a prendere in mano le sue prime matite e pennarelli e da lì che scopre di poter lasciare delle tracce sul foglio e piano piano diventa un’attività, con la quale incomincia comunicare con il mondo attorno a sé e in modo particolare con gli adulti di riferimento.  

Con l’andare del tempo lui perfeziona la sua capacità di attenzione, coordinazione oculo-manuale, ciò significa che ci sarà un miglioramento graduale del controllo dello sguardo con i movimenti della mano, che impugnano la matita e di tutte le altre capacità cognitive che gli consentiranno di progredire ed acquisire nuove competenze. 

In questo lasso di tempo il bambino sperimenta sul foglio le prime forme circolari e le linee che poi nello stadio successivo daranno vita alla forma del corpo umano, a quella del sole e dell’albero. 

Lo scarabocchio infantile ha inizio al diciottesimo mese e si conclude intorno ai due anni; in una prima fase dello sviluppo, l’infante apprende dimestichezza con il foglio ed inizia a tracciare linee casuali; lo spazio della carta viene colmato da forme centrifughe che si posizionano dalla base del foglio più vicina al corpo del piccolo per poi allontanarsene gradualmente.  

Si nota che il disegno si posiziona particolarmente da una parte del foglio; destra o sinistra, cioè è detto omolaterale, dipende prevalentemente dall’uso di una o dell’altra mano.  

In questo momento dell’evoluzione infantile, il processo di lateralizzazione non è ancora completamente definito, ossia la prevalenza di una parte del corpo rispetto all’altra e si stabilizzerà verso i sei anni, all’entrata alla scuola primaria. 

In questa fase detta dello scarabocchio disordinato, il disegno del fanciullo si mostra ancora come una scarica motoria di cerchi e di linee senza una direzione ben precisa e sono casuali fra loro, manca uno reale controllo tra lo sguardo e i movimenti della mano e anche per l’intenzionalità nel disegno; si tratta prevalentemente di una fase di scoperta del gesto e dello spazio del foglio. 

In seguito si passa alla fase definita dello scarabocchio controllato, nella quale il bambino padroneggia maggiormente i movimenti della mano con lo sguardo e rende più regolari le forme, disegnando cerchi e linee distaccate fra loro.  

Dopo di questa fase, segue lo stadio del pre-schematismo che comincerà intorno ai due anni per concludersi i verso i sei anni. 

Il disegno è l’espressione del mondo interiore di ciascun bambino e si deve tener conto che la realtà è percepita, vista e sentita secondo il suo particolare modo d’interpretarla.  

Si possono analizzare le linee e il tratto dal disegno infantile; esse possono esprimere gli stati emotivi del soggetto come tristezza, gioia, fatica e sicurezza; invece un insieme di linee spezzate potrà significare rabbia o collera mentre un tracciato con linee arrotondate e smussate rifletterà dei vissuti di serenità e pacatezza. 

Il disegno infantile ci parla della vita interiore del bambino, del suo sapersi misurare con le relazioni sociali e con quelle familiari, dei suoi sogni, delle sue paure e delle sue ansie. 

Di Barbara Castellano – collaboratrice del blog, insegnante di scuola primaria e educatrice socio-pedagogica 

Bibliografia e Webgrafia  

Lo scarabocchio infantile di Melania Cavalli-Arteterapeuta- http://www.percorsiformativi06.it 

Il significato del disegno infantile di Anna Oliverio Ferraris; Bollati Boringhieri, 2012. 

Dispense – L’interpretazione del disegno infantile- Seminario della Dott.ssa Sara Febo (psicologa e mediatrice familiare) – www.igeacps.it 

Articolo – Lo-scarabocchio-le-prime rappresentazioni grafiche dei bambini -l http://www.disegnoinfantile.it