Coma lavora l’educatore con l’anziano?

L’anziano soggetto del futuro ma anche del presente in quanto con l’allugamento della vita tale categoria sarà in costante aumento. E’ necessario implementare risorse, servizi, professionisti, terzo settore, associazioni ecc. mobilitare l’intero impianto del welfare state per prepararci a tale trasformazione sociale. L’anziano deve essere protetto, salvaguardato, sostenuto, curato in tutti i sensi non solo dal punto di vista sanitario.

Ovviamente con questo breve post non voglio nascondere la mia preoccupazione sulla diminuzione demografica a livello di nascite.

Buon ascolto!

Maria Sara IGP

L’invecchiamento in pedagogia

 

Non sempre la pedagogia si occupa del tema degli anziani spesso infatti troviamo articoli sull’infanzia, sull’adolescenza e sulla disabilità (intendendo differenti tipologie) forse perché le discipline umanistiche non hanno intercettato la trasformazione o meglio le trasformazioni dell’uomo si pensi alla longevità, al mantenimento fisico, alla cura dell’invecchiamento ecc. Questo a mio avviso risulta essere una grave colpa.

La psicologia della vecchiaia descrive  le caratteristiche e le problematiche di natura biologica, sociale e psicologica  di questo stadio di vita. La psicologia delle differenze di età  individua mediante studi trasversali le cause e le conseguenze dei meccanismi e dei processi alla base delle differenze legate all’età.

Invece l’ invecchiamento biologico è legato al passare del tempo, alle modifiche del corpo, del fisico, alle modifiche sociali e  psicologiche.

Infine è importante finire questo breve excursus psicologico con la differenza tra età biologica, età psicologica, età sociale ed età funzionale.

L’ età biologica rappresenta un’ indicatore dinamico dello stato di salute e di funzionamento organismo mentre l’ età psicologica rappresenta quanto bene una persona riesce a sviluppare le sue capacità cognitive, personali, sociali per sperimentare nuove attività e  nuove esperienze. L’ età sociale è determinata dalla posizione sociale a una data età rispetto alla media mentre quella funzionale riguarda  le competenze che la persona mostra di avere mentre svolge specifici compiti.

Lo studio del benessere psicologico e pedagogico  è piuttosto recente. Negli anni ’90 emerge la psicologia positiva differente rispetto alla metodologia psicologica del passato in quanto ci si concentrava su altri ambiti es. salute mentale.

Il benessere sia in psicologia sia in pedagogia non ha una definizione netta  inoltre è importante notare che il benessere  non è solo dato dal superamento di un malessere.

In psicologia esiste questo filone della psicologia positiva  costruita da due variabili: il benessere soggettivo e il benessere psicologico. Il benessere psicologico è l’autorealizzazione personale (delle potenzialità), delle risorse personali, la costruzione di significati e la condivisione di obiettivi.

Importante per sostenere  dal punto di vista psicologico  e pedagogico l’invecchiamento è il potenziamento delle competenze emotive, l’aumento della soddisfazione alla vita, la resilienza e la pratica di un pensiero ottimista. Quest’ultimo punto più legato alla psicologia positiva.

In sostanza nella pedagogia dell’invecchiamento il benessere è importantissimo e fondamentale nel lavoro di cura, di sostegno ma è vero anche che il nostro lavoro educativo deve incrementare la resilienza, l’empowerment, l’autonomia, la  gestione del caregiver nei casi di anziani non autosufficienti.

Il lavoro educativo deve essere non di cura ( medica) ma di cura dell’anima, emotiva e sociale.

Ho ripreso non ha caso i punti principali della mia pedagogia che valgono ugualmente anche per la senescenza.

Per quanto riguarda gli anziani autosufficienti è vero anche che per vivere bene, in benessere devi trovarlo solo in te stesso e non solo nella ricerca della positività!

 

Maria Sara

Il giardino della pedagogia

 

Fonti:

R.De Beni- E.Borella, Psicologia dell’invecchiamento, il mulino, 2015

 

Il ruolo educativo dei nonni

 

il ruolo educativo dei nonni

In occasione della festa dei nonni di oggi parleremo proprio di loro!

I nonni sempre piu’ sono il perno della nostra società e della famiglia che cambia.
Oggi non solo devono sostenere i nipoti ma anche i genitori sopratutto se uno dei due o entrambi rimane disoccupato o nella peggiore delle ipotesi entrambi.
I nonni sono una garanzia sicura, una protezione anche per la famiglia e mi azzardo a dire nelle difficoltà di coppia penso a delle crisi o separazioni e divorzi in atto.
Il nipote deve essere tutelato e messo al centro  da parte dei genitori come afferma anche la legge 8 febbraio 2006 n.54 sull’affido condiviso salvo casi eccezionali.
il ruolo educativo dei nonni
Le divergenze e conflitti di coppia non devono interessare il minore. Egli deve essere estraneo a tutto cio’.
I genitori devono provvedere al mantenimento, all’istruzione  e agli alimenti. Importante è l’inclinazione che essi prendono cosa che spesso i genitori ostacolano. Quest’utlimo per proteggerli sengiustificazione diffusa tra i genitori.
La famiglia tradizionale in cui i nonni e i parenti erano il fulcro ora lo sono ancora anche se in minore intensità. Il cortile, il quartiere svolgeva con la famiglia patrialcare un ruolo altamente educativo per inserire il minore nella società, proteggendolo e facendo “squadra” anche nella sua vita e nelle numerose difficoltà che incontrerà.
Vi era una sorta di patto educativo, una solidarietà, cooperazione l’integrazione sociale maggiore rispetto alla nuova forma nucleare.
Partendo da questo tipo di famiglia si sono diffusi in problemi legati alla conciliazione famiglia-lavoro, il problema della carriera della donna dopo gravidanza, la valorizzazione della donna, l’ accudimento figli non solo dal punto di vista economico ma anche sociale ed educativo, la perdita di valori e di senso della genitorialità.
il ruolo educativo dei nonni
Il problema dell’avere tutto e subito, della occupazione della giornata delle attività dei figli come se non potessero pretendere del  tempo per loro stessi. Altro problema riguarda la mancanza di interazione con gli altri coetanei.
Aggiungerei se pensiamo all’avvento della categoria dei nativi digitali bambini i quali già alla nascita possiedono competenze ed abilità nel campo delle nuove tecnologie oserei dire anche prima della loro nascita. Questo argomento pero’ lo affronteremo nei prossimi capitoli.
A presto
Prontoeducatore  Maria Sara
Fonte:
A.Bastone, connessi eppur lontani individui genitori e famiglie nelle società complesse.
Ecco link:
Altri libri dell’Autrice li trovi qui 
Questo artiocolo lo trovate anche nel mio precedente blog!