Italia, ottobre-novembre 2020
Caro Diario,
Con i primi giorni di ottobre iniziano le piogge e temporali, con le relative allerte, quindi possibili stop della scuola e di conseguenza l’attivazione della Didattica a Distanza anche solo per una giornata.
Continua il balletto delle supplenze, mancano gli insegnanti di sostegno e di comune. La nomina dalle graduatorie avviene con lentezza e in videocall, tutti gli aspiranti ad una cattedra, aspettano di poter lavorare e di far andare avanti questo immenso carrozzone.
Ci era stato promesso tutto il personale scolastico entro il 14 settembre e non c’è nemmeno l’ombra; alunni disabili scoperti come lo sono intere classi di ogni plesso. A volte ti domandi da docente se il messaggio inviato dalla ministra era propaganda politica e nient’altro.
I famosi banchi con le rotelle non sono nemmeno arrivati, e chissà se mai ci saranno recapitati ma almeno si è pieni di flaconi d’igienizzante.
Sono iniziate le lezioni con orario ridotto, non si può garantire il tempo pieno con l’esiguo contingente di docenti assegnati ma almeno i bambini hanno iniziato la mensa e si spera che inizi al più presto.
Dove il refettorio è l’aula stesso, tutto il banco viene sanificato dalle addette alla ristorazione e gli alunni mangiano al proprio banco come viene imposto dalle regole del Covid, per evitare assembramenti sulle scale o nella vecchia sala da pranzo.
Gli alunni consumano lì li proprio pasto ma non possono muoversi, un modo diverso di pranzare e di gestire la vita di comunità, loro si sono adattati velocemente al nuovo modo.
I pasti sono o cucinati dalla cucina o provengono da quelle del Comune.
Piano piano gli studenti si stanno adattando alla nuova realtà proposta dalla scuola e mettendo in campo le proprie risorse, pur di non restare a casa a seguire le lezioni dal computer o dallo schermo del telefonino del genitore. Uno sforzo cambiare le proprie abitudine ma fatto con piacere pur di essere in aula e di avere un contatto visivo con loro.
Quest’anno la festività di Halloween è stata celebrata in casa, gli alunni si sono abbigliati con abiti mostruosi e si sono collegati con i propri compagni per festeggiare, con la tipica frase “Dolcetto o scherzetto”.
Il virus, fuori dalla scuola, galoppa incessantemente su tutto territorio e si stanno adottando misure sempre più restrittive da parte del Governo, allo scopo di diminuire i contagi e di aiutare il sistema sanitario a reggere la seconda ondata del Coronavirus.
I bambini ascoltano giornalmente queste notizie ma sperano che la scuola non chiuda perché vogliono stare fra di loro, con le maestre per imparare tutt’insieme.
Barbara Castellano