Dal diario di bordo di una maestra di scuola primaria durante la pandemia di Covid-19
Italia, settembre 2020
Caro Diario,
siamo due giorni a casa a causa delle elezioni regionali e del referendum, dopo aver messo a posto le aule per il distanziamento sociale, avendo preso le misure di un metro tra un banco e l’altro e fra gli alunni.
Al ritorno a scuola, il prossimo mercoledì, dovremo rimettere tutto a posto, ricordandoci di disporre tutto a distanza di sicurezza con le sedie girate allo stesso modo, ma questo è un problema di facile risoluzione.
L’annosa incognita di ogni anno è legata alle nomine dei supplenti, necessarie per coprire le cattedre dei posti comuni e di sostegno di ogni scuola di ordine e grado. Mancano oltre 130 mila supplenze relative agli insegnanti a tempo determinato.
La questione si doveva risolvere già il 14 settembre con la nuova graduatoria provinciale, istituita dalla ministra Azzolina, colei che dirige il Ministero dell’Istruzione, ma, come ben si sa, i tempi si sono allungati notevolmente; infatti tanti punteggi sono stati calcolati erroneamente e ora bisogna rifare le graduatorie in maniera celere, aumentando il lavoro delle segreterie.
Oltre a questo, le convocazioni avverranno online e allo stesso modo si sceglierà una scuola; in più, novità delle novità (in tempo di pandemia, non ci facciamo mancare niente), il contratto dei docenti a tempo determinato si potrà risolvere se ci sarà un nuovo lockdown, lasciando a casa, se ciò dovesse avverarsi, molti precari della scuola, suscitando enormi interrogativi per tutto il comparto.
Ogni docente sarà alle prese con un nuovo modo di relazionarsi con i propri alunni, che dovranno stare seduti ad un metro di distanza l’uno dall’altro, ed insegnare con la scomoda mascherina chirurgica che potrà togliere solamente a due metri di distanza dal gruppo classe e dovranno averla anche gli studenti, per parlare fra loro.
Insomma, l’inizio dell’anno scolastico è tutto in salita, in particolare si è individuata la nuova figura strumentale del referente Covid che si interfaccerà con il personale dell’ASL di riferimento e applicherà il nuovo protocollo ad ogni singolo caso che possa presentarsi a scuola, cercando di gestirlo secondo le regole, fornite dalle strutture sanitarie.
Una situazione non facile per ogni insegnante, che dovrà monitorare oltre all’andamento della didattica anche la situazione sanitaria di ciascun studente. Ciò potrà comportare che un alunno potrebbe essere messo in quarantena se viene rilevato la positività del tampone, richiesto dal pediatra, e di conseguenza la sua classe potrebbe essere posta anch’essa in quarantena, come il personale scolastico che le ruota intorno.
La scuola naviga a vista ogni anno scolastico, ma questo sarà un’annata particolare, in cui più che mai servirà una solida e stretta collaborazione tra scuola e famiglia, per superare il momento di difficoltà posto dall’emergenza sanitaria.
di
Barbara Castellano, insegnante di scuola primaria